Il Carnevale è il periodo di festeggiamenti che segue il Natale e precede la Quaresima, periodo di astinenza e digiuno. Il culmine della celebrazione carnevalesca è il Martedì Grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri e, durante il quale, c’è l’usanza di bruciare il fantoccio del Carnevale in molte città (cfr Viareggio). Ma qual è l’origine del nome “carnevale”? E perché durante questo allegro periodo di festa si è soliti mascherarsi? L’etimologia della parola non è poi così scontata, ma è da sempre oggetto di numerose dispute: secondo alcuni la parola deriverebbe da “carnem levamen” o da “carnem laxare”, in riferimento alla consuetudine dei Cristiani di astenersi dal mangiare carne durante la Quaresima, secondo altri la parola avrebbe origine dai “Carnalia”, un tipo di giochi di campagna che si facevano saltando sugli otri, mentre altri ancora vedono in “carrus navalis” la possibile soluzione, da intendersi come “nave su ruote”, forse in riferimento a carri che veninvano portati in procesisone. Infine, perché ci si maschera? Gli Egiziani in onore del dio Nilo, i Greci in onore di Bacco, i Romani durante i Saturnalia usavano mascherarsi: con l’avvento del Cristianesimo questa consuetudine si perse e, con essa, anche il suo significato magico. La maschera, tuttavia, tornò a essere utilizzata durante il Medioevo, quando il cambio d’identità, il trucco e il travestimento assunsero valore di evasione e di burla nei confronti di gerarchie precostituite, di figure di potere, ecc… Il Carnevale trovò il suo culmine in fatto di sfarzo e di grandiosità proprio nella Firenze rinascimentale con Lorenzo de’ Medici e successivamente grazie alle maschere della Commedia dell’Arte, alcune tipologie di personaggi sono diventate immortali(www.adgblog.it).